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1. Sintesi del progetto
La presente proposta, denominata “Nascita del Faro” costituisce la premessa di progetto più ampio e ne rappresenta un elemento fondante e qualificante.
Il territorio è la comunità locale di Ancona dove, a seguito dell’iniziativa dei salesiani, si sta avviando la realizzazione di un centro diurno per minori disagiati.
Negli ultimi anni, i servizi pubblici e altri operatori deputati alla cura dei minori hanno condiviso la necessità e l’urgenza di offrire risposte innovative alle famiglie. A fronte di un’offerta di servizi limitata in termini di entità e tipologie in favore dei minori (affido familiare, case famiglie..) si sta manifestando infatti un incremento del disagio, legato sia alla crisi economica, sia all’immigrazione.
Il numero di minori segnalati aumenta, ma in gran parte si tratta di situazioni di crisi momentanee in cui tuttavia i costi per la crescita dei bambini possono essere molto elevati.
Un’azione invasiva e radicale (come l’affido o il ritiro della patria potestà) può essere drammatica e non necessaria, ma è spesso l’unica risposta che il contesto è attualmente in grado di offrire.
La richiesta che emerge è di avere un servizio rivolto a bambini di 6-13 anni che sia intermedio, flessibile, e che sostenga le famiglie in difficoltà senza sostituirsi ad esse ed evitando l’aggravarsi dei problemi.
L’impegno di tutti (tra cui la Caritas, il Comune di Ancona, la Fondazione Cariverona, l’Ispettoria Italia Centrale) ha consentito di sviluppare le prime fasi di avvio che si stanno concretizzando in un importante lavoro di ristrutturazione e predisposizione degli ambienti e condivisione delle modalità di convenzione con le Istituzioni per i percorsi di inserimento dei bambini.
Si stanno così recuperando oltre 350 mq all’interno della casa salesiana e prospicenti l’oratorio, fino alla realizzazione di uno spazio polifunzionale e accogliente (vedi https://www.centrodiurnoilfaro.it/news/centro-diurno-il-faro-/stato-dei-lavori-cd-il-faro/24).
Attualmente la necessità è lo sviluppo delle prime azioni preparatorie (il progetto “Nascita del Faro”) non coperte da enti Pubblici, né dalle donazioni fin qui ricevute.
La scelta di sviluppare attività preventive e qualificanti rispetto al servizio che si realizzerà deriva da esperienze analoghe e da un’analisi dei rischi insiti in questo tipo di iniziative.
Molto spesso nel sociale il valore scientifico e metodologico è, infatti, trascurato, limitandosi all’impegno solidaristico e alla realizzazione materiale delle attività, poiché l’assenza di criteri immediatamente evidenti che stabiliscano l’utilità di quanto realizzato, non impongono un controllo continuo.
Questo è un rischio per ogni intervento che persegue utilità pubblica, ma per gli interventi che riguardano l’infanzia di bambini che non hanno famiglie sicure che li proteggano, è ancora più importante e significativo.
È convinzione dei salesiani che attuano il progetto che sia necessario realizzare azioni a tutela della qualità, che precedano l’apertura del servizio, e che garantiscano ai bambini un contesto accogliente e del più alto valore metodologico.
Si tratta della formazione, la selezione, la costruzione del gruppo e dell’organizzazione del servizio, al fine di garantire il livello di professionalità necessario per un servizio così innovativo e delicato, in un territorio che non ha mai realizzato azioni simili.
Il Comune di Ancona, la Diocesi, la Fondazione Cariverona, l’Ispettoria Italia Centrale hanno contributo direttamente e in modo molto rilevante alla realizzazione del progetto, che vedrà presto la fase realizzativa.
I salesiani della comunità, in quanto soci della Federazione SCS, hanno assunto la responsabilità di fondare sul piano metodologico il servizio, di valorizzare il gruppo di operatori e le loro professionalità per obiettivi comuni, di sviluppare metodi che siano all’altezza delle situazioni difficili che il Faro ha assunto l’impegno di gestire.
2. Beneficiari
Il progetto “Nascita del Faro”, si rivolge agli operatori della rete allargata e allo staff del Faro.
Si tratta di assistenti sociali, educatori, psicologi, operatori, volontari che costituiscono la componente professionale della comunità impegnata nei percorsi educativi e di recupero.
La rete dei professionisti e degli educatori della comunità costituisce una componente fondamentale del progetto.
Il servizio non intende porsi principalmente come attività di recupero ed educazione di un gruppo di minori, ma un’azione di potenziamento delle naturali capacità di famiglie e soggetti educativi formalmente o informalmente identificati.
La comunità degli adulti, le relazioni positive interne ad essa, il coordinamento e la sintonia degli interventi, la costante comunicazione, la condivisione di metodi, finalità, direzioni è la principale risposta che il territorio può e deve offrire ai bambini in difficoltà.
Il Faro intende perseguire esplicitamente questa finalità e La Nascita del Faro, come progetto propedeutico, costituisce l’azione di fondamento delle condizioni di qualità ed efficacia di tale scelta.
In termini di domanda, gli operatori che saranno coinvolti come utenti da questo progetto, necessitano di apprendere e soprattutto allineare metodi per un nuovo approccio ai problemi dei bambini.
Tale approccio rappresenta una soluzione inedita per il contesto di Ancona, poiché si basa sulla centralità della comunità salesiana e dell’oratorio, visto come risposta anche per soggetti socialmente esclusi, che quindi necessitano di una attenzione professionale.
Si tratta quindi di consentire a tutti gli operatori locali di sviluppare e condividere un progetto comune in cui possano riconoscere il ruolo dell’oratorio e della rete informale intorno alla parrocchia, definendo metodi e strumenti che facilitino la presa in carico unitaria dei bambini.
All’interno della rete ampia degli operatori, La Nascita del Faro si concentrerà in particolare sullo staff del progetto per sviluppare la selezione e la formazione specifica.
Questa azione risponderà ad un fabbisogno implicito, la cui risposta costituisce un aspetto determinante della sostenibilità del Faro come servizio, anche sulla base delle precedenti esperienze.
Un gruppo di operatori che entra a far parte di un progetto in fase iniziale ha grandi potenzialità e presenta rilevanti rischi.
Per occuparsi di bambini in condizione di importante difficoltà è assolutamente fondamentale che gli operatori assumano direttamente il protagonismo del servizio, contribuendo con il proprio impegno, motivazione e con la propria professionalità ad offrire interventi all’altezza della sfida.
Gestire la costruzione di un gruppo significa quindi permettere ai membri di assumere il ruolo; il rischio è che questo comporti una progressiva disgregazione tra le soggettività dei vari professionisti impegnati, fino ad stremi di conflittualità conclamata.
Occorre sottolineare come si tratti di un rischio molto rilevante e del tutto naturale, laddove si giocano investimenti emozionali e valoriali così alti.
Le crisi tra operatori, le gravi incoerenze e le problematiche comunicative hanno un costo elevatissimo e non visibile nei bambini che le subiscono, in una fase in cui devono ricostituire la fiducia negli adulti, parzialmente persa.
3. Obiettivi del progetto
Il progetto ha un obiettivo generale che è definibile come costruzione del sistema di comunità educativa, sia del territorio, sia come “comunità” interna al servizio.
In termini specifici ha obiettivi diretti e indiretti.
Gli obiettivi diretti sono:
a. Sviluppare prassi, conoscenze e strumenti condivisi e validati per l’intervento educativo di comunità
b. sviluppare un sistema informale di riferimento per i progetti educativi in favore dei minori disagiati di Ancona
c. sviluppare processi operativi e organizzativi validati all’interno del Faro
d. sviluppare un gruppo che condivida finalità e principi educativi
e. sviluppare competenze organizzative negli operatori, volte a integrare ruoli e professionalità
Gli obiettivi indiretti sono:
f. fornire alle famiglie un riferimento unitario, che ricostituisca la fiducia nel sistema di relazioni formali e informali
g. fornire ai bambini un contesto relazionale accogliente, coerente, riconoscibile e affidabile
h. fornire ai bambini interventi educativi validati e completi, facilitando la fiducia e la crescita
4. Risultati attesi
Per beneficiari indiretti si intendono gli educatori, in senso ampio, della comunità di Ancona che è attenta e impegnata nella cura dei bambini.
La Nascita del Faro avrà come risultato visibile la realizzazione di un sistema (rete di persone coinvolte, informate e che saranno impegnate nei progetti educativi individualizzati), che garantirà l’attivazione della comunità nel recupero dei bambini.
Il risultato sarà il consolidamento di una rete già attiva, ma soprattutto l’inclusione della realtà salesiana come riferimento futuro di tale sistema.
Questo elemento costituisce un passaggio trasformativo radicale.
Occorre evidenziare, infatti, come il Comune di Ancona stia investendo grandi risorse, aspettative e impegno nel progetto nascente, poiché la sede salesiana potrebbe rappresentare per il futuro una componente determinante per ripensare gli interventi sui minori in un’ottica meno estrema e più attenta a valorizzare il protagonismo delle famiglie e del territorio.
L’oratorio e le associazioni attive costituiscono la principale potenzialità inespressa per sostenere progetti educativi con proposte di socializzazione e di mutuo aiuto, anche in casi di estremo disagio, attualmente trattati con l’affido o con l’inserimento in casa famiglia.
Non si tratta di un auspicio, poiché, ad esempio, esperienze come quella del Traghetto di La Spezia hanno dimostrato che questo modello è innovativo e ha la capacità di far evolvere le politiche locali rispetto al disagio minorile, passando da un progetto iniziale sperimentale a un vero e proprio riferimento strutturato dei servizi pubblici (il Traghetto è i progetto ispiratore e realizzato dagli stessi attuatori del Faro, e ha visto in pochi anni raddoppiare la propria utenza).
I risultati sui destinatari diretti, intendendo per questi gli operatori coinvolti nella Nascita del Faro, saranno sintetizzabili come costituzione di un servizio unitario, coerente, validato e di qualità, in cui ognuno avrà chiaro il proprio ruolo, le proprie responsabilità in rapporto al progetto comune.
5. Attività
Le attività saranno di tre tipi:
A. formazione generale;
B. selezione;
C.sviluppo del gruppo di progetto.
A. formazione generale
I progetti per minori richiedono la rigorosità dei metodi, la collaborazione e la comunicazione tra operatori, il miglioramento continuo: troppo importante è l’educazione e la vita dei bambini per non dedicare ogni impegno possibile alla qualità delle attività proposte, alla ricerca delle migliori esperienze da riproporre, alla costante verifica del servizio sul piano scientifico e metodologico.
Il percorso, che prevede tre giornate seminariali, intende approfondire le principali questioni e competenze nella realizzazione di progetti per minori disagiati, con attenzione specifica ai temi emergenti e che richiedono soluzioni innovative. Si rivolge a tutti gli operatori di Ancona ed è specificatamente dedicato ai professionisti che operano sul campo, come psicologi, educatori e assistenti sociali.
Il corso di tipo teorico/esperienziale, prevede momenti di esposizione teorica e tecniche attive in cui sarà dato spazio all’esperienza professionale dei partecipanti.
PROGRAMMA
1. Competenze relazionali nella progettazione di interventi per minori
Il seminario mira a potenziare nei partecipanti la capacità di comunicazione e relazione per lo sviluppo di interventi per minori in condizioni di disagio rilevante.
Promuoverà le seguenti competenze:
Contenuti
2. I bisogni dei minori disagiati: competenze di analisi e lettura
Il seminario mira a potenziare nei partecipanti la conoscenza delle problematiche dei minori disagiati, utilizzando modelli più avanzati, scientificamente rilevanti e adatti alle attuali forme di sofferenza. Si presenteranno i sistemi di programmazione pubblica e le attività realizzate dal sistema privato.
Promuoverà le seguenti competenze:
Contenuti
3. esperienze innovative di centri diurni per minori
Il seminario mira a potenziare nei partecipanti la conoscenza dei modelli di intervento attualmente più validi nell’ambito della cura del minore disagiato, scelti tra le esperienze più significative a livello italiano.
Promuoverà le seguenti competenze:
Contenuti
B. Selezione
Il Centro il Faro sarà rivolto a ragazzi in condizione di disagio e avrà la finalità di reinserirli in percorsi educativi e di relazione positiva con il territorio.
Il progetto è sperimentale sia perché non esistono nel contesto di Ancona realtà simili, sia per l’impostazione metodologica, basata su azioni integrate e su un percorso educativo per fasi progressive di inserimento.
La complessità dell’organizzazione (fondata su attività distinte ma tra loro complementari e collegate) renderà necessario il reperimento di professionalità di alto profilo che garantiscano la qualità del progetto in fase attuativa.
Assi prioritari che determineranno sia il processo di selezione, sia la costruzione dei criteri, saranno le competenze operative (ovvero quelle riferite ai vari ruoli) e le competenze organizzative (ovvero la disponibilità di lavorare per finalità comuni con gli altri operatori e con tutta la struttura).
Assunto metodologico seguito sarà la trasparenza e la comunicazione con i canditati, non solo per poter operare scelte pubblicamente valutabili (e quindi maggiormente valide), ma soprattutto perché si intenderà la selezione come scelta reciproca, come valutazione da parte della struttura ma anche degli aspiranti operatori delle possibili sintonie in termini di competenze, aspettative, scelte teoriche, modelli educativi.
Dal punto di vista pratico, questo principio si realizzerà con colloqui di selezione strutturati come confronto, in cui, in uno specifico momento finale, al candidato saranno offerte tutte le informazioni che richiederà.
In linea generale si è procederà alla scelta principalmente basandosi sulla esperienza specifica e sulla sintonia tra competenze possedute e modello educativo proposto.
C. Sviluppo del gruppo di progetto
L’equipe del Centro diurno, creata in seguito al processo di selezione, presenterà un personale differenziato sia per le professionalità espletate che per gli stili di lavoro adottati.
Questa area si riferisce alla promozione del confronto costruttivo tra operatori, allo sviluppo della riflessione sulle relazioni sia interne che esterne al gruppo (in particolare rispetto agli utenti), alla valutazione condivisa delle attività.
La necessità sarà di definire regole, procedure comportamentali, criteri decisionali, modelli educativi e implementare modalità lavorative ancorate al raggiungimento dei risultati, partendo dal presupposto che non è semplice creare coesione di gruppo e produttività, laddove differenti profili caratterizzeranno le risorse umane impiegate.
All’interno di questo quadro generale, gli elementi specifici si cui si agirà saranno:
Il processo sarà sviluppato secondo le seguenti aree:
Sul piano metodologico, la consulenza prevedrà un percorso di analisi e sviluppo articolato su 2 livelli:
A. Una prima fase di lavoro riguarderà un’azione di counseling e supporto al personale interno per la definizione e l’acquisizione del ruolo professionale (definizione dei compiti e delle procedure) (fase di start – up)
B. Un secondo momento operativo prevedrà la realizzazione di un percorso di supervisione per le diverse figure professionali, offrendo occasione di confronto, scambio e verifica reciproca. La costruzione condivisa dell’equipe aiuterà il processo di integrazione tra gli operatori e la possibilità di definire confini e spazi di lavoro comune.
C. Trasversalmente ai livelli A e B, si analizzeranno le domande formative specifiche del coordinatore, garantendo un’azione di accompagnamento e supervisione.
6. Durata e periodo del progetto (LUGLIO –OTTOBBRE 2017
7. Perché un donatore dovrebbe scegliere questo progetto?
Il progetto rappresenta un’opportunità per investire sul valore; come affermato, altri donatori e finanziatori hanno contribuito con rilevanti risorse economiche alla ristrutturazione di importanti spazi e ai costi annuali di gestione del Centro. Si tratta di aspetti ovviamente determinanti per realizzare il servizio, ma che non possono essere ritenuti sufficienti perché il servizio sia all’altezza delle attese e delle responsabilità.
È necessario che vi sia un impegno a promuovere anche la qualità delle attività, oltre che la realizzazione materiale, anche se apparentemente meno visibile, ma altrettanto importante per il destino del Faro e, conseguentemente, per il futuro dei bambini.
Spesso le donazioni sono più legate all’evidenza dei risultati materiali, con una pericolosa sottovalutazione degli aspetti metodologici e di processo; un donatore che avesse attenzione a questi elementi, tutelerebbe sia il valore del servizio, sia l’impatto degli investimenti già offerti da altri donatori.
Concludendo “La Nascita del Faro” è un progetto che intende coinvolgere il senso di responsabilità e attenzione rispetto alla qualità del servizio nascente.
È apparentemente più facile fornire sostegno per l’acquisto di beni materiali e per la ristrutturazione, a cui gli altri donatori hanno dato la propria disponibilità.
Un servizio educativo e di accoglienza per bambini dai 6 ai 13 anni, in condizione di estrema difficoltà non può tuttavia fondarsi solo su beni materiali, né sulle buone intenzioni.
La donazione costituirebbe una dimostrazione di cura e di reale interesse al valore del contesto che i minori incontreranno.
8. Contatti della persona di riferimento
Nome e cognome: Antonio Integlia
Ruolo: coordinatore
Email: antonio.integlia@donbosco.it
Telefono: 3334692535